Serena Gambin
“Labirinti
di linee, forme e colori. È come se un Minotauro irrequieto si dimenasse di
tela in tela per trovare la via d'uscita.
Il colore così corposo e innervato di materia va a sfumare i contorni
rendendoli una visione febbricitante.
Scene oniriche formate da frammenti di luoghi, storie, persone, colori
e odori che cambiano parvenza in base all'osservatore che gli sta di fronte.
Guardare uno di questi quadri è come esercitare un'antica forma di
divinazione: cosa guarderà la donna senza occhi? Quale parola vorranno
pronunciare quei volti con la bocca velata? Quella linea è una luna o
cos'altro?
E la risposta sarà l'immagine della nostra storia riflessa da quei
personaggi.”
(S.Gambin, psicologa e psicoterapeuta)